A chi piace correre sotto la pioggia? Con la pioggia io ho sicuramente un rapporto strano. Ha il potere di buttarmi lo stato d’animo sotto le scarpe, ma allo stesso tempo la vedo legata al meraviglioso ovvero credo racchiuda un pizzico di magia. C’è chi corre sotto la pioggia cercando riparo di tettoia in tettoia in una corsa affannosa e infastidita; e chi invece se la gode tutta. Poi c’è chi parte cercando riparo, ma alla fine decide di fermarsi. In quel momento si inizia realmente a sentire il peso e il sapore delle gocce che appoggiandosi sulla pelle calda si trasformano in vapore e tornano su leggere verso il cielo da cui sono venute, le guance si scaldano di rosso e i capelli ci abbracciano. Quel istante è un momento timidamente magico, il nostro io adulto si arrende all’io bambino e decide di giocare come solo i bimbi sanno fare. Vivere la pioggia riparandosi con la borsa in testa è tipico degli adulti che hanno fretta e troppi compiti da portare a termine nella giornata. La pioggia per loro è solo un intralcio. Vivere la pioggia godendosela tutta è tipico dei bambini che ne colgono il fattore sorpresa, il lato dell’inaspettato: la sorpresa del meraviglioso inaspettato. La pioggia ha questo potere e a noi sta il decidere di usarlo. Io spesso me ne dimentico, ma quando me ne ricordo è sempre una gran gioia e la doccia successiva una gran goduria.
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